venerdì 10 luglio 2009

Le radio italiane rispondono

In un post precedente vi ho detto che scrivevo per chiedere gli adesivi delle emittenti radiofoniche.
Ecco un paio di risposte che contenevano anche gli adesivi: Italia Network mi ha mandato un banner trasparente da mettere sul vetro posteriore della macchina, mentre RTL mi ha mandato 5-6 adesivi come quello in foto.







Dimensione: 70 mm x 38 mm

BRAVO, la rivista tedesca per i teenagers


Nella seconda metà degli anni '80 ero nel pieno dei miei "teens".
Premesso che ho sempre avuto una predilezione per gli adesivi e le figurine da attaccare sugli albums (Jeeg Robot, Goldrake, Calciatori, .... ne avevo fatte un sacco di queste collezioni, spesso completandole - oggi valgono parecchio), andavo spesso alla ricerca di "nuove fonti" per l'acquisizione di adesivi, come ho già spiegato nei post precedenti.
Un giorno entrai in un edicola e trovai una rivista chiamata "BRAVO": era tutta in tedesco.
Allora non mi chiedevo cosa ci stesse a fare una rivista tedesca in un'edicola di Novate Milanese, ma oggi effettivamente me lo chiedo...

Tutta questa arringa per presentarvi la rivista Bravo, tutt'oggi esistente.
Oggi esiste un Bravo per ogni esigenza mirata ai vari aspetti del mondo adolescente: Hip Hop, TV, Sport, solo per ragazze e così via....; negli anni '80 invece ne esisteva solo una, e spesso affrontava il mondo sessuale giovanile, con foto che facevano immaginare tutto.
Inoltre c'erano i poster a piena pagina, di cui la rivista era generosa; si conosceva il "pop idol" tedesco del momento, c'era la guida TV, insomma, una rivista per giovani piuttosto completa.
Ma era in tedesco e io non ci capivo un accidente.
E allora perchè la compravo?
Perchè frequentemente aveva l'inserto con gli sticker adesivi, quelli che si attaccavano sul mobile bianco nella cameretta dei ragazzi tedeschi!
Ne ho comprati pochi numeri, e ho salvato principalmente i particolari stickers che vi erano inclusi: adesivi che misuravano 3 cm x 4 cm (e anche meno) con sopra gli idoli americani, inglesi e tedeschi dell'epoca (in qualche caso anche italiani, vedi Ramazzotti).
Oggi sappiamo che alcuni di quegli idoli sono durati poco (tipo King, quello di "Love And Pride"), ma loro gli dedicavano lo stesso un posto tra gli sticker.

Eccoli, quindi: 4 foglietti allegati alle riviste degli anni '80 (3) e dei primi '90 (1), nel quale si vede la (allora) nuova, scioccante immagine dei Depeche Mode.

Dimensioni fogli: 110 mm x 170 mm ; 150 mm x 120 mm
Dimensione dello sticker più grande fra i quattro fogli: 30 mm x 50 mm







venerdì 3 luglio 2009

Le riviste per paninari

"Paninaro" è un termine indissolubilmente legato alla Milano degli anni '80.
La leggenda narra che i paninari nacquero al bar Al Panino di Piazza Liberty, ed erano disimpegnati politicamente, anzi erano votati al divertimento in primis.
In città, questo movimento originò anche un lessico piuttosto contagioso, che rimase (e un pò rimane ancora oggi) nel quotidiano.
Oggi non si parla più, ad esempio, di "sfitinzia" ma si accenna ancora alla "bella storia". Elio e Le Storie Tese traggono il loro nome proprio da questo lessico: le "storie tese" erano infatti le risse, le botte o anche solo le minacce.
I paninari vestivano solo con capi firmati e costosi: questa è un'altra tendenza che è rimasta nel quotidiano odierno, soprattutto per la convinzione che i capi firmati abbiano una qualità eccelsa e il resto meno.

Nel 1984, "Wild Boys" dei Duran Duran divenne la canzone-simbolo di questa tendenza: a pensarci oggi si sorride, ma ai tempi i paninari si prendevano abbastanza sul serio.

Nacquero così delle rivistelle (formato A5) dedicate ai paninari: tra queste ricordiamo "Wild Boys".
Le pubblicazioni in questione erano, fondamentalmente, pagine e pagine di pubblicità ai marchi più noti del settore di abbigliamento giovane (con classifiche di cosa era "in" e cosa era "out", marca per marca).
Giravano soprattutto nelle scuole, e infatti al mio banco ne sono rimaste "impigliate" alcune, che non hanno poi continuato il giro sottobanco.
La cosa curiosa di questa rivista era la copertina, composta di adesivi, perlopiù disegnati e ispirati alla figura del paninaro e ai clichè legati alla moda.
Punti-chiave dell'abbigliamento erano le scarpe (Vans, Timberland) e il giubbotto (il piumino Moncler), come si evince dall'adesivo che raffigura Giulio Cesare con la scritta "Civic Panozzus Sum" ("panozzi" era un'abbreviazione di "paninari").

Tutti coloro che non rientravano nella categoria "paninari" erano "truzzi" o "sfigati", ed erano dipinti come portatori di guai, come si evince dal punk che al posto della cresta riporta la scritta "Storie Tese".

Ma la cosa più bella è una terza di copertina che annuncia un programma radiofonico per paninari, "Wild Boys Korps", irradiato dalle frequenze di Ciao Radio di Bologna: dall'etere una serie di consigli per essere sempre dei "giusti", vestiti come dei "galli" pronti per il "cuccaggio".

Notare anche gli inserti di inglese nella lingua italiana ("nostra inchiesta nei negozi of Italy"), cosa all'ordine del giorno anche in tempi moderni, ahimè.

Copertina di "Wild Boys" con adesivi pre-tagliati, 1986.

Dimensioni: 228 x 218 mm





Negozi di Milano: ELIOGABALO

Eliogabalo era un negozio che, negli anni '80 e '90, andava forte soprattutto fra i "dark" e i "new wave", ma vi trovavano rifugio altre tendenze.
Tuttavia i prezzi che aveva non erano avvicinabili proprio da tutti.
Una volta ho chiesto il prezzo di un paio di scarpe a punta nere, e il commesso mi disse: "Eh, hai messo l'occhio su un paio di scarpe un pò costose: queste costano 219 mila lire!" - per carità, erano bellissime, ma la cifra era una cifra!

Eliogabalo era famoso per avere una linea d'abbigliamento piuttosto esclusiva, e aveva sede in Porta Ticinese, nella sede occupata ora da McDonald (angolo corso di Porta Ticinese - Piazza XXIIII Maggio).
In Milano c'era anche un parrucchiere per uomo chiamato così, vicino Via Marghera (ora mi sembra ci sia una banca).
Chiuse i battenti alla fine del 1996.
Per certi versi, un peccato.

Questo adesivo è della prima metà degli anni '80.

Dimensioni: 100 x 100 mm

Cartolina pubblicitaria adesiva SONY

Dopo la radiolina a transistor con l'auricolare, il miglior modo per ascoltare musica mentre si passeggiava era il Walkman, il famoso riproduttore di cassette audio.
Sebbene fosse un marchio registrato della Sony, la parola "walkman" divenne universale per indicare i mangianastri portatili con le cuffie, di qualsiasi marca essi fossero. E le cuffie erano vere cuffie, non auricolari come oggi.
Di solito i walkman venivano corredati di aggancio per la cintura dei pantaloni, tuttavia era meglio portarli in mano, poichè i difetti erano dietro l'angolo: consumava le batterie a tempo di record, spesso c'erano soltanto i tasti "play", "ffwd" e "stop" (e non quello "rew", almeno sui primi modelli) e il continuo ondulamento del walkman (quando si camminava) portava anche a un ondulamento della musica.
Infatti il retro di questa cartolina illustra l'opzione "box d'energia", ossia qualcosa di più delle normali pile.
Decisamente è il nonno del moderno IPod (anche questa parola è divenuta di uso comune per indicare i lettori di MP3 portatili): dopo questo, venne lanciato sul mercato il lettore di CD portatile, che ebbe una storia meno epica e intrigante.

Questa cartolina adesiva arriva sicuramente dallo SMAU, credo dell'edizione 1982.

Dimensioni: 105 x 150 mm



Adesivo prismatico BASF

Una cosa che catturava l'occhio era l'adesivo prismatico: quasi un'antenato di quello olografico, quando si trovavano adesivi come questi era una gioia.
Al sole brillavano che era una bellezza!
Purtroppo tramite il monitor di un PC non si può apprezzarne a pieno la lucentezza e l'effetto.
Questo credo arrivi dallo SMAU tra il 1983 e il 1984.
Pubblicizzava le cassette vergini BASF, che da quel che ricordo avevano uno standard qualitativo medio-alto.

Dimensioni: 95 x 120 mm

Concerto di Alice a Punta Marina, agosto 1981

Da piccoli, la mamma ci portava al mare, tutti gli anni: allora le vacanze erano più lunghe di oggi (è un'impressione, non una certezza).
Siamo andati per molti anni, nel mese di agosto, a Punta Marina (RA): a metà mese veniva organizzata la Festa dell'Unità, una festa che durava se non erro una settimana, o dieci giorni.
I concerti che si tenevano a questa Festa erano piuttosto interessanti: ricordo di aver visto Andrea Mingardi, ho visto lo show di Gigi Sabani, quello di Giucas Casella, a mia madre piaceva il liscio per cui ricordo anche l'orchestra spettacolo di Vittorio Borghesi (Borghesi stesso poi le regalò il suo disco a 45 giri "Ritorna gioventù", vinto da mia madre perchè alla domanda dal palco "Chi arriva da più lontano, stasera?" mamma si finse spagnola, e quando si scoprì che non era vero vinse il Premio Simpatia. Questo di fronte a tutto il pubblico).
E nel 1981 venne anche Alice: non ricordo tanto del concerto, ma ricordo molta gente accorsa a vederla.
Era consuetudine, dopo lo spettacolo, accalcarsi sotto il palco per chiedere autografi, e di solito gli artisti si concedevano (mia madre ha una bella foto con Sabani, ad esempio): Alice, dopo circa mezz'ora dal termine dello show, corse a lato del palco verso una macchina che l'aspettava poco più in là.
Ricordo la sua faccia spaventata, mentre veniva portata via da due guardie del corpo (in italiano moderno "security"), tuttavia i fans non si aspettavano una cosa del genere.
Ero vicino a mio fratello (cercava un autografo), e a un certo punto ha esclamato "Ma va a dà via il cù!" e, rassegnato, si è allontanato dal palco insieme ad altri ragazzi: qualcuno era solidale con lui e la sua esclamazione.

A me non interessava poi tanto, Alice: però, da allora mi sta antipatica. Per non dire peggio....

Poco prima della fine di questo concerto, dal palco vennero lanciati gli adesivi che riproducevano la copertina dell'album omonimo di quell'anno: sul retro, l'autografo di Alice.

Dimensioni: 90 x 90 mm



Cos'è "Sticker Collection"?

Quello che state leggendo è un'idea che avevo da tempo.
Mi sono detto: "Visto che dai primi anni '80 ho iniziato a collezionare adesivi, e non li ho mai buttati via ma, anzi, li ho conservati gelosamente, ci dovrà essere pure un modo per utilizzarli...?".
Il web è la risposta.
Ho collezionato adesivi in modo vorace nei primi 10 anni (dai primi anni '80 ai primi anni '90), e sporadicamente continuo ancora oggi; è stata un'idea mutuata da mio fratello maggiore (anche lui ha una collezione piuttosto nutrita, e storica soprattutto).
Allora si usava: non c'erano telefonini, i computers erano appena arrivati ma erano trattati da console di videogames e si giocava molto all'aria aperta con gli amici e i cugini.
Metti il caso che, con la famiglia, poi, si andasse a fare la spesa: l'usanza era di andare a chiedere ai negozi di borse, scarpe e altri se avessero degli adesivi.
"Scusi, ha degli adesivi?"
Il più delle volte la risposta era positiva: dai commessi che te ne davano pochi (e ti liquidavano perchè avevano da fare), a quelli più generosi e pazienti, che si mettevano a cercare bene nel cassetto e te ne fornivano un campionario diversificato.

Ma l'adesivo si usava soprattutto come veicolo pubblicitario per le più diverse attività commerciali: per questo era facile trovarli dai meccanici per auto e moto, nei negozi di fotografia, in negozi di abbigliamento, e dalle fiere tipo SMAU di Milano si tornava a casa con borse piene di adesivi (ricordo che Enrico, mio fratello, una volta tornò con due sacchetti pieni, e mi si illuminarono gli occhi); si vendevano alle bancarelle (e si compravano più di quanti se ne comprano oggi) e si scriveva anche alle radio per farseli spedire (e te li spedivano - credo anche oggi, ma ci sono molte meno radio locali, purtroppo).

Questo è principalmente un viaggio nella memoria, dagli anni '80 in poi: cercherò di dare un "quando" e un "dove" ai vari post che popoleranno questo blog.
Da questa mia passione per gli adesivi è nato l'amore per il collezionismo discografico.

Buona visione, quindi!

>Frank<